Vangelo Secondo Luca 23:34-47 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

34. {Gesù diceva: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno».} Poi divisero le sue vesti, tirandole a sorte.

35. Il popolo stava a guardare. E anche i magistrati si beffavano di lui, dicendo: «Ha salvato altri, salvi se stesso, se è il Cristo, l’Eletto di Dio!»

36. Pure i soldati lo schernirono, accostandosi, presentandogli dell’aceto e dicendo:

37. «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso!»

38. Vi era anche questa iscrizione sopra il suo capo: «Questo è il re dei Giudei».

39. Uno dei malfattori appesi lo insultava, dicendo: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!»

40. Ma l’altro lo rimproverava, dicendo: «Non hai nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio?

41. Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni, ma questi non ha fatto nulla di male».

42. E diceva: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno!»

43. Ed egli gli disse: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso».

44. Era circa l’ora sesta, e si fecero tenebre su tutto il paese fino all’ora nona;

45. il sole si oscurò e la cortina del tempio si squarciò nel mezzo.

46. E Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio». Detto questo, spirò.

47. Il centurione, veduto ciò che era accaduto, glorificava Dio, dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto».

Vangelo Secondo Luca 23