Secondo Libro delle Cronache 32:15-21 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

15. Ora Ezechia non v’inganni e non vi svii in questa maniera; non gli prestate fede! Poiché nessun dio d’alcuna nazione o d’alcun regno ha potuto liberare il suo popolo dalla mia mano o dalla mano dei miei padri; quanto meno potrà il Dio vostro liberare voi dalla mia mano!”».

16. I servi di Sennacherib parlarono ancora contro il Signore Dio e contro il suo servo Ezechia.

17. Sennacherib scrisse pure delle lettere, insultando il Signore, Dio d’Israele, e parlando contro di lui, in questi termini: «Come gli dèi delle nazioni degli altri paesi non hanno potuto liberare i loro popoli dalla mia mano, così neanche il Dio di Ezechia potrà liberare dalla mia mano il suo popolo».

18. I servitori di Sennacherib gridarono ad alta voce, in lingua giudaica, rivolgendosi al popolo di Gerusalemme che stava sulle mura, per spaventarlo e atterrirlo, e potersi così impadronire della città.

19. E parlarono del Dio di Gerusalemme come degli dèi dei popoli della terra, che sono opera di mano d’uomo.

20. Allora il re Ezechia e il profeta Isaia, figlio di Amots, pregarono a questo proposito e alzarono fino al cielo il loro grido.

21. Il Signore mandò un angelo che sterminò nell’accampamento del re d’Assiria tutti gli uomini forti e valorosi, i prìncipi e i capi. Il re se ne tornò svergognato al suo paese. Come fu entrato nella casa del suo dio, i suoi propri figli lo uccisero là con la spada.

Secondo Libro delle Cronache 32