Lettera ai Romani 9:1-10 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

1. Dico la verità in Cristo, non mento – poiché la mia coscienza me lo conferma per mezzo dello Spirito Santo –,

2. ho una grande tristezza e una sofferenza continua nel mio cuore;

3. perché io stesso vorrei essere anatema, separato da Cristo, per amore dei miei fratelli, miei parenti secondo la carne,

4. cioè gli Israeliti, ai quali appartengono l’adozione, la gloria, i patti, la legislazione, il servizio sacro e le promesse;

5. ai quali appartengono i padri e dai quali proviene, secondo la carne, il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno. Amen!

6. Però non è che la parola di Dio sia caduta a terra; infatti non tutti i discendenti d’Israele sono Israele,

7. né, per il fatto di essere stirpe di Abraamo, sono tutti figli di Abraamo; anzi: «È in Isacco che ti sarà riconosciuta una discendenza».

8. Cioè, non i figli della carne sono figli di Dio; ma i figli della promessa sono considerati come discendenza.

9. Infatti questa è la parola della promessa: «In questo tempo verrò, e Sara avrà un figlio».

10. Ma c’è di più! Anche a Rebecca avvenne la medesima cosa quando ebbe concepito figli da un solo uomo, da Isacco nostro padre;

Lettera ai Romani 9