Lettera ai Romani 7:12-20 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

12. Così la legge è santa, e il comandamento è santo, giusto e buono.

13. Ciò che è buono diventò dunque per me morte? No di certo! È invece il peccato che mi è diventato morte, perché si rivelasse come peccato, causandomi la morte mediante ciò che è buono; affinché, per mezzo del comandamento, il peccato diventasse estremamente peccante.

14. Sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto schiavo al peccato.

15. Poiché ciò che faccio io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio.

16. Ora, se faccio quello che non voglio, ammetto che la legge è buona;

17. allora non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me.

18. Difatti io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no.

19. Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio.

20. Ora, se io faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo compio, ma è il peccato che abita in me.

Lettera ai Romani 7