Lettera ai Romani 3:5-25 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

5. Ma se la nostra ingiustizia fa risaltare la giustizia di Dio, che diremo? Che Dio è ingiusto quando dà corso alla sua ira? (Parlo alla maniera degli uomini.)

6. No di certo! Perché, altrimenti, come potrà Dio giudicare il mondo?

7. Ma se per la mia menzogna la verità di Dio sovrabbonda a sua gloria, perché sono ancora giudicato come peccatore?

8. Perché non «facciamo il male affinché ne venga il bene», come da taluni siamo calunniosamente accusati di dire? La condanna di costoro è giusta.

9. Che dire dunque? Noi siamo forse superiori? No, affatto! Perché abbiamo già dimostrato che tutti, Giudei e Greci, sono sottoposti al peccato,

10. com’è scritto: «Non c’è nessun giusto, neppure uno.

11. Non c’è nessuno che capisca, non c’è nessuno che cerchi Dio.

12. Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c’è nessuno che pratichi la bontà, {no,} neppure uno».

13. «La loro gola è un sepolcro aperto; con le loro lingue hanno tramato frode». «Sotto le loro labbra c’è un veleno di serpenti».

14. «La loro bocca è piena di maledizione e di amarezza».

15. «I loro piedi sono veloci a spargere il sangue.

16. Rovina e calamità sono sul loro cammino

17. e non conoscono la via della pace».

18. «Non c’è timor di Dio davanti ai loro occhi».

19. Or noi sappiamo che tutto quel che la legge dice, lo dice a quelli che sono sotto la legge, affinché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio;

20. perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui; infatti la legge dà la conoscenza del peccato.

21. Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti:

22. vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono. Infatti non c’è distinzione:

23. tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio,

24. ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.

25. Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato,

Lettera ai Romani 3