Giobbe 31:28-38 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

28. (misfatto anche questo punito dai giudici, perché avrei difatti rinnegato il Dio che sta lassù),

29. se mi sono rallegrato della sciagura del mio nemico e ho esultato quando gli è piombata la sventura

30. (io che non ho permesso alle mie labbra di peccare chiedendo la sua morte con imprecazione),

31. se la gente della mia tenda non ha detto: “Chi è che non si sia saziato della carne delle sue bestie?”

32. (Lo straniero non passava la notte fuori; le mie porte erano aperte al viandante),

33. se, come fanno gli uomini, ho coperto i miei errori celando nel petto la mia iniquità,

34. perché avevo paura della folla e del disprezzo delle famiglie, al punto da starmene tranquillo e non uscire di casa…

35. Oh, avessi pure chi mi ascoltasse! Ecco qua la mia firma! L’Onnipotente mi risponda! Scriva l’avversario mio la sua querela

36. e io la porterò attaccata alla mia spalla, me la cingerò come un diadema.

37. Gli renderò conto di tutti i miei passi, a lui mi avvicinerò come un principe!

38. Se la mia terra mi grida contro, se tutti i suoi solchi piangono,

Giobbe 31