Genesi 27:22-34 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

22. Giacobbe s'avvicinò a suo padre Isacco; e, come questi lo ebbe tastato, disse: «La voce è la voce di Giacobbe, ma le mani sono le mani d'Esaú».

23. Non lo riconobbe, perché le sue mani erano pelose come le mani di suo fratello Esaú, e lo benedisse.

24. Disse: «Tu sei proprio mio figlio Esaú?» Egli rispose: «Sí».

25. E Isacco gli disse: «Portami da mangiare la selvaggina di mio figlio, e io ti benedirò». Giacobbe gliene serví, e Isacco mangiò. Giacobbe gli portò anche del vino, ed egli bevve.

26. Poi suo padre Isacco gli disse: «Ora avvicínati e baciami, figlio mio».

27. Egli s'avvicinò e lo baciò. E Isacco sentí l'odore dei vestiti, e lo benedisse dicendo: «Ecco, l'odore di mio figlio è come l'odore di un campo, che il Signore ha benedetto.

28. Dio ti conceda la rugiada del cielo, la fertilità della terra e abbondanza di frumento e di vino.

29. Ti servano i popoli e le nazioni s'inchinino davanti a te. Sii padrone dei tuoi fratelli e i figli di tua madre s'inchinino davanti a te. Maledetto sia chiunque ti maledice, benedetto sia chiunque ti benedice!»

30. Appena Isacco ebbe finito di benedire Giacobbe e Giacobbe se ne fu andato dalla presenza di suo padre Isacco, Esaú suo fratello giunse dalla caccia.

31. Anch'egli preparò una pietanza saporita, la portò a suo padre e gli disse: «Si alzi mio padre, e mangi della selvaggina di suo figlio, perché mi benedica».

32. Suo padre Isacco gli disse: «Chi sei tu?» Ed egli rispose: «Sono Esaú, tuo figlio primogenito».

33. Isacco fu preso da un tremito fortissimo e disse: «E allora, chi è colui che ha preso della selvaggina e me l'ha portata? Io ho mangiato di tutto prima che tu venissi, e l'ho benedetto; e benedetto egli sarà».

34. Quando Esaú udí le parole di suo padre, emise un grido forte e amarissimo. Poi disse a suo padre: «Benedici anche me, padre mio».

Genesi 27